La denuncia da parte del Referente Unico dell’ANCADIC inviata a tutte le istituzioni centrali e periferiche dello Stato preposte al controllo e all’esecuzione dei lavori di bonifica e messa in sicurezza con la definitiva chiusura della pericolosa discarica.

PRESIDENTE CONSIGLIO DEI MINISTRI, MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA, COMMISSARIO UNICO PER LE BONIFICHE DELLE DISCARICHE, PRESIDENTE REGIONE CALABRIA, ASSESSORE ALL’AMBIENTE DELLA REGIONE CALABRIA, REGIONE CALABRIA Giunta regionale, SINDACO COMUNE MELITO DI PORTO SALVO, UFFICIO TECNICO COMUNE MELITO DI PORTO SALVO, COMMISSARIO STRAORDINARIO AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE N.5, DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE ASP REGGIO CALABRIA, AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE U.O. di Igiene e Sanità Pubblica di Melito Porto Salvo, DIRETTORE GENERALE DELL’AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE DELLA CALABRIA, DIRETTORE GENERALE DELL’AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE DELLA CALABRIA, ARPACAL DIPARTIMENTO PROVINCIALE REGGIO CALABRIA, REGIONE CALABRIA Dipartimento Ambiente e Territorio, SINDACO F.F.CITTA’ METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA, COMANDO POLIZIA LOCALE MELITO DI PORTO SALVO, S.E. SIGNOR PREFETTO PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA.


Sono queste, le Istituzioni destinatari a mezzo Pec, di una nota, sottoscritta da Vincenzo Crea.
A tutela dell’ambiente, quindi della salute pubblica, il Referente Unico dell’ANCADIC, chiede ai destinatari, ognuno per la parte di propria competena, di voler accertare le condizioni della discarica comunale di Melito di Porto Salvo in località Chianca, chiusa dal 1999, che sembrerebbe in stato di abbandono e di voler provvedere alla bonifica e messa in sicurezza.

Si notanocontinua Crea – a valle delle cisterne e sul terreno, dei laghetti che fanno ritenere verosimilmente riconducibili a fuoriuscita di percolato.
Per quanto si è letto sulla stampa on line si è appreso che il Comune di Melito di Porto Salvo avrebbe ricevuto un finanziamento di circa 70 mila euro per la raccolta del percolato, al riguardo andrebbe verificato se le vasche vengono periodicamente svuotate ovvero se il percolato prodotto viene opportunamente raccolto, trattato e smaltito in impianti autorizzati come prescritto dalla vigente normativa.
Va altresì accertato – prosegue la nota dell’ANCADIC, se sono mantenuti i requisiti di sicurezza dell’impianto post discarica e se sia stato redatto e approvato un progetto di bonifica e messa in sicurezza dell’impianto.
Il tutto a tutela dell’ambiente, quindi della salute pubblica.
Si è ritenuto interessare le Istituzioni in indirizzo conclude la nota di Creaatteso che si tratta di un importante intervento di bonifica e messa in sicurezza con la definitiva chiusura della discarica che necessita di importanti finanziamenti.

Fin quì la denuncia dell’Andacid, alla quale, vengono allegate alcune imagini dei luoghi.

Immagini, che ritraggono cisterne e, sul terreno, ai piedi del Monte Cofolito, dei laghetti di percolato, che deturpano luoghi naturalistici e storici come l’omonimo monte, meglio conosciuto come “monte delle conchiglie”, di particolare interesse scientifico perché ricco di resti fossili.

Una situazione igienico-sanitaria, che sembrerebbe essere “fuori dal mondo degli umani” e “fuori controllo”, con gravi pericoli, non solo per l’ambiente ma, anche per la salute umana.

La discarica di Chianca, già sequestrata a Febbraio del 2017, dal personale della Stazione Carabinieri Forestale di Melito di Porto Salvo, torna, dunque, a far parlare di sé.
Un disastro ambientale , figlio di una classe politica e dirigente assente e spesso distratta o indifferente. I liquami di percolazione, fortemente inquinanti, che fuoriescono incontrollati, sono la faccia della medaglia su cui, nell’altra faccia, c’è l’ amministrazione comunale di Melito di Porto Salvo.

Tonnellate di percolati prodotti dai rifiuti presenti che continua a spandersi nei terreni agricoli circostanti ed a valle per il torrente Arcina e fino fino al mare, compromettendo la struttura e la dinamica delle stesse falde acquifere.

Alberi secolari, cielo azzurro e mare Ionio, fanno da sfondo a quella che si può ben definire “ una vergogna” collinare ai piedi dell’Aspromonte, la cui esistenza era nota ma, del suo abbandono, neppure si sospettava.
Che cosa sanno gli attuali Amministratori comunali dell’Aspromonte, a parte il fatto che Garibaldi vi fu ferito a una gamba? Poco, pochissimo, e forse molti di loro, ignorano anche quest’unico fatto.

, sanno poco e c’è molto di cui sorprendersi, in questo territorio, oramai dimenticato dallo Stato e abbandonato dalle Istituzioni locali.

A breve distanza dalla Stele di Mitra (Neolitico), ai piedi del “Monte Cofolito” meglio conosciuto come “monte delle conchiglie”, dalla famosa e bizzarra “Faccia di Pietra” di Prunella, dal mare ionico e, dalla stessa Melito di Porto Salvo, con dal suo “famoso” lungomare, il Museo Garibaldio, la fiumara “Tabacco” (detta ache della vergogna) sequestrata, il borgo di Pentedattilo sempre più abbandonato, il depuratore non depuratore di contrada “Notaro”, i sottopassi interdetti “Rumbolo e Checco”, il mercato settimanale tra i rifiuti e il Ponte di Pilati sequestrato e chiuso da due anni, si può ammirare una sorprendente e spettacolare scoperta: I LAGHETTI DI CHIANCA.

Non essendo la zona transennata, recintata o segnalata, approfittiamo per avvisare gli escursionisi e amanti della montagna, a stare lontani da questi luogni e, soprattutto, li informiamo, che i fanghi dei laghetti di “Chianca” sono pericolosi e nocivi per la salute e che, gli stessi, non devono, e non possono, essere utilizzati come fanghi termali.

Chiudiamo con un antefatto e qualche domanda.

L’antefatto:

Quando nel Febbraio 2017 , il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Melito di Porto Salvo, ha sequestrato in località Chianca nel territorio del Comune di Melito di Porto Salvo, la discarica comunale di rifiuti solidi urbani dismessa da anni, dalla quale fuoriuscivano, in modo incontrollato, i liquami di percolazione che, spandendosi nei terreni agricoli circostanti, confluivano poi nel torrente Arcina, concluse il comunicato stampa riportando testualmmente: “Considerata la situazione, i militari intervenuti hanno posto sotto sequestro penale l’intera area, per un’estensione pari a circa due ettari complessivi, lasciando la facoltà d’uso per le sole operazioni di bonifica e messa in sicurezza. Il sequestro è stato già convalidato dalla competente Autorità giudiziaria. Nell’attesa dei risultati delle analisi su natura e pericolosità dei reflui, il Comune di Melito di Porto Salvo ha disposto il divieto assoluto di coltivazione, pascolo e di qualsiasi altro utilizzo agronomico dei terreni interessato dallo sversamento, nonché la realizzazione, in somma urgenza, delle opere necessarie per canalizzare e raccogliere il percolato.
Le indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria vaglieranno, attraverso l’analisi della corposa documentazione sequestrata, eventuali responsabilità penali ai sensi del testo unico sull’ambiente.
Per la difesa dell’ambiente e della salute pubblica, si esortano tutti i cittadini a voler segnalare ogni situazione di potenziale pericolo al numero di emergenza ambientale 1515.”

La prima domanda: l’ area, per un’estensione pari a circa due ettari complessivi, è ancora sotto sequestro penale?

Seconda domanda: è ancora in vigore l’allora ordnanza del Comune di Melito di Porto Salvo, che aveva disposto il divieto assoluto di coltivazione, pascolo e di qualsiasi altro utilizzo agronomico dei terreni interessato dallo sversamento, nonché la realizzazione, in somma urgenza, delle opere necessarie per canalizzare e raccogliere il percolato ?

Terza domanda : Chi deve controllare e chi controlla i controllori?

Noi, a seguito della denuncia dell’ANCADIC, rispondiamo alla vostra esortazione ….a voler segnalare ogni situazione di potenziale pericolo al numero di emergenza ambientale 1515″, pubblicando la nota del il Referente Unico dell’ANCADIC , inviata a tutte le istituzioni centrali e periferiche dello Stato preposte al controllo e all’esecuzione dei lavori di bonifica e messa in sicurezza con la definitiva chiusura della discarica.

Come dire: Verba volant, scripta manent ( le parole volano, gli scritti rimangono)


Di caposud

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