Non è provando a silenziare chi , come la stampa libera, in democrazia ha funzioni di contropotere, in quanto «guardiana» o «sentinella» della libertà di espressione e della democrazia, che i Sindaco e la sua ciurma, si metterà al riparo da inciampi come le irregolarità già rilevate non solo dal Prefetto sul rendiconto di gestione, ma anche dalla Corte dei Conti sui debiti fuori bilanco e dall’ ANAC sul contratto e sul servizio di igiene urbana.
Melito di Porto Savo, 4 maggio 2023 – Constatata l’inadempienza ad una precedente sollecitazione, il Prefetto di Reggio Calabria, ha diffidato l’ammistrazione comunale di Melito di Porto Salvo, intimando la convocazione e la riunione del Consiglo Comunale per l’approvazione, non oltre il 2 Maggio (ei fù) , della delibera del rendiconto di gestione dell’anno 2022.
Ad oggi, 4 maggio ( domani 5 maggio ricorre l’anniversario della morte di Napoleone Buonaparte), a babbo morto, a tempo scaduto e supplementari finiti, l’amministrazione comunale a guida Orlando, continua a violare le norme, sia il rispetto dei termini previsti dal Testo unico degli enti locali che fissa al 30 aprile il tempo ultimo per l’approvazione del rendiconto, che quelli sollecitatori e perentori della Prefettura di Reggio Calabria.
La messa in mora da parte della Prefettura, per il mancato rispetto della scadenza di legge per l’approvazione del consuntivo, è rilevante sotto l’aspetto formale, ma ha anche un rilievo sostanziale. La violazione non è cosa di poco conto, dal momento che, tra l’altro, può comportare il rischio di commissariamento dell’Ente.
Le conseguenze stabilite dalle norme ordinamentali sono chiare e, di contro, sono gravi e ingiustificabili ritardi e violazoni, che condizionano, se non paralizzano la gestione ordinaria del Comune.
Uno slittamento che inevitabilmente si ripercuote sul funzionamento della complessa macchina burocratica dell’ente che già non brilla per tempestività nella capacità di risposta alle istanze del territorio.
E’ chiaro, che tutto poteva e doveva cominciare prima, onde non incorrere nella violazione. Ma il fatto più grave è che essendo un’amministrazione monoblocco, senza alcuna minoranza, avrebbe dovuto approvare nei termni di legge ( 30 aprile) , non solo il consuntivo, ma anche il bilancio di previsione 2023 ( termine per fortuna prorogato dal 30 aprile al 31 maggio).
Si è violato una norma di legge senza alcuna motivazione ( almeno in apparenza) e, questo dimostra e conferma che siamo di fronte a un grande fallimento politico- amministrativo di un’amminstrazione comunale che continua a navigare a vista, senza programmazione e senza bussola.
Le responsabilità, non sono da imputare solo ed esclusivamente al signor sindaco, ma anche ai singoli consiglieri comuali, che continuano a divertirsi a giocare a scaricabarile.
Scarica-barile, anche quando il primo cittadino alzando la voce contrariato, altro non riesce a fare se non dare la colpa al passato o a cittadini e alla stampa libera.
Non è provando a silenziare chi, come la stampa libera, che in democrazia ha funzioni di contropotere, in quanto «guardiana» o «sentinella» della libertà di espressione e della democrazia, che i Sindaco e la sua ciurma, si metterà al riparo da inciampi come le irregolarità già rilevate dalla Corte dei Conti sui debiti fuori bilanco e dall’ ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) sul contratto e sul servizio di igiene urbana.
Un comportamento riprovevole che dimostra un agire della Giunta a dispetto delle norme e anche delle prerogative del Consiglio e delle regole della democrazia.
Sorprende anche il comportamento del Segretario, che per funzione avrebbe dovuto intervenire per evitare l’incorrere dell’Ente in simili gravi inadempienze.
Unica certezza è che i cittadini di Melito sono sempre più smarriti e il paese impoverito, degradato, abbandonato e tradito.
E il paradosso sta nel fatto che il Sindaco, nella sua incoscienza, dà l’idea non solo di non sapere o di non voler sapere, ma di avere attorno a sé il vuoto, non quello quantico, ma quello di idee, di strategie politiche, persino di tattiche.
Ed allora, foree, bisongnebbe riflettere e chiedersi:
A Melito c’è un Sindaco?
Esiste una Amministrazione Comunale composta da Vice Sindaco, Assessori e Consiglieri?
Perchè la ciurma che è a bordo della nave che sta affondando non abbandona la nave con una scialuppa?
E soprattutto, la “ciurma” è libera oppure è “condizionata” da catene che non possono essere spezzate?
Non vi è dubbio, che a Melito esiste un clima di oscurantismo e che, solitamente, chi vive di politica non ha rispetto dell’altro e nemmeno delle regole, e se poi si sfocia come si sfocia, anche nell’isteria e nelle intimidazioni, allora c’è qualcosa di inquietante.
L’UNICA COSA REALISTICA STA IN UNA SOLA, SPONTANEA, DOMANDA : ” Ma il Sindaco di Melito è un servitore dello Stato?
La risposta avrebbe potuto darla solo Camilleri con una nuova puntata del Commissario Montalbano. Purtroppo però, Camilleri è morto e, mentre il Commissario Montalbano è fuori scena, c’è chi preferisce pavidamente indossare i panni di Ponzio Pilato, se non addirittura di Erode.
A Melito, purtroppo, ancora sono in molti che , preferiscono pavidamente indossare i panni di Ponzio Pilato. Anche questa ultima conziderazione sarebbe meritevole di una profonda riflessione, se non addirittura una risposta.
Provateci a darla Voi lettori! se potete e volete, contribuite, serenamente e senza paura, a spezzare qualche catena per liberare, non solo e non tanto i marinai dalla nave che affonda, ma tutti cittadini di Melito dall’abisso.
Diversamente, “siamo tutti complici” e il paese di Melito è afflitto da un una maledizione, figlia di un mistero, passerà dai tre scioglimenti ai quattro misteri (ma non troppo) .
Domenico Vincenzo Vinci