I sindaci facenti funzioni della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria hanno preso parte all’iniziativa promossa dalla Fondazione dedicata al magistrato calabrese ucciso dalla mafia
I sindaci facente funzioni della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti, hanno preso parte alla cerimonia finale del Concorso nazionale letterario, musicale, artistico e multimediale intitolato al giudice Antonino Scopelliti e rivolto agli alunni delle scuole elementari, medie e superiori di tutto il territorio nazionale. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione intitolata al magistrato ucciso dalla mafia e patrocinata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria., si è tenuta nella sala “Trisolini” di Palazzo Alvaro ed ha visto la partecipazione della presidente della Fondazione, Rosanna Scopelliti, e di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola.
Il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, nel corso del suo intervento, ha sottolineato «il ruolo della “Fondazione Antonino Scopelliti” che, attraverso la sua incessante attività, ci permette di mantenere vivo il ricordo e l’esempio di un grande uomo». «L’evento – ha spiegato – ha posto al centro dell’attenzione la sensibilità ed il talento dei giovani di tutto il Paese e l’aver voluto coinvolgere le scuole è sicuramente il modo migliore per portare avanti l’opera ed il pensiero di chi ha pagato un prezzo altissimo nel voler combattere e sconfiggere la malavita organizzata».
«Molto commoventi e pregne di significato», per il sindaco metropolitano facente funzioni, sono state le parole della figlia del magistrato, Rosanna Scopelliti, che «con compostezza, in questi giorni particolari, ha commentato la cattura di Matteo Messina Denaro, fra i protagonisti più sanguinari nella stagione delle stragi in Italia». «Quest’anno – ha sottolineato Versace – la quarta edizione del premio coincide non soltanto con il giorno del compleanno del giudice Scopelliti, ma anche con il particolare momento storico che segna l’attacco decisivo dello Stato alla mafia».
Rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala, il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio, Paolo Brunetti, ha rievocato gli anni tristi della guerra di mafia in città: «La nostra generazione è cresciuta vedendo i morti ammazzati lungo le strade. Quel periodo ha profondamente segnato la nostra adolescenza e, nel momento cruciale della vita di ognuno di noi, abbiamo raccolto la consapevolezza di quale fosse la trincea giusta in una guerra che non ci vedrà mai alzare bandiera bianca. Non fatevi affascinare dai facili guadagni e dalla bramosia di potere. Chi, all’epoca, fece scelte diverse dalla nostra, oggi sta in carcere o in un cimitero».
«La nostra terra – ha affermato Brunetti – è certamente molto difficile, ma ci dà anche tante opportunità, prima fra tutte quella di scegliere da che parte stare. La ‘ndrangheta è un’entità nascosta che ruota e si nutre all’interno di ogni tessuto della società. E noi dobbiamo fare la nostra parte per disgregarlo, assumendo l’atteggiamento del buon cittadino». Nel concludere, l’inquilino di Palazzo San Giorgio ha citato Italo Falcomatà che diceva «l’esempio è la fonte del pensiero successivo». «Il giudice Scopelliti – ha concluso – va ricordato perché è l’esempio di quello che potremo e dovremo fare per la nostra città».
La presidente della Fondazione, Rosanna Scopelliti, nel ringraziare le istituzioni presenti, ha voluto rimarcare la «quantità e qualità dei lavori presentati dagli studenti delle scuole italiane» ed ha illustrato i “Q-Art”, una pubblicazione curata da Antonio Federico «in cui arte e bellezza si fondono per supportare l’identità territoriale». «Queste bellissime pagine – ha detto – raccolgono gli elaborati dei ragazzi e delle ragazze che hanno raccontato ciò che li tiene legati ai loro luoghi d’origine. E’ presente un richiamo alla memoria del giudice Scopelliti e verranno diffusi negli istituti scolastici, andando a far parte dei vari progetti che, come fondazione, porteremo avanti».