ROMA «A distanza di giorni si contano ancora vite umane disperse nel naufragio del caicco carico di migranti spezzatosi nel mar Ionio. Una tragedia consumatasi al largo delle coste crotonesi che mostra ancora dei lati oscuri. Il barcone sarebbe salpato dalla Turchia ed avvistato da Frontex in acque internazionali. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera sottolinea come l’imbarcazione fosse fuori pericolo ma comunque “fortemente sovraffollata”. Secondo Frontex “non c’erano segnali di pericolo” ma le motovedette inviate dalle autorità italiane sono state “costrette a rientrare in porto”. Delle due, l’una: se l’imbarcazione, come sostiene Frontex, non era in pericolo, perché le motovedette hanno fatto rientro in porto?
Ciò che non torna è anche la fase di partenza. La Turchia non è uno Stato membro Ue ma ha specifici accordi (economici) che dovrebbe regolamentare sui flussi clandestini.

Non immaginavo che da certa sinistra radical chic e dai populisti di professione, tutti tranquillamente al caldo col telecomando in mano, potesse arrivare questa virulenta strumentalizzazione su una tragedia del genere. Vite cancellate dalle mani di trafficanti di esseri umani senza scrupoli sui quali l’opposizione, incredibilmente, specula. Se le responsabilità degli scafisti dovessero essere confermate, sono certo che saranno adottate pene esemplari, lunghe e severe. Ringrazio il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per l’intervento tempestivo nel far sentire la presenza del Governo». È quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Giustizia, Ernesto Rapani.

Di caposud

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